Anche in questo nostro appuntamento settimanale – come di consueto – inizieremo coll’approfondimento dei mercati, per poi andare ad analizzare le performance dei tali e i fattori che ne hanno influenzato l’andamento. Ci concentreremo, infine, sulle variabili macro-economiche da monitorare.

L’ultima settimana del semestre è stata positiva per tutte le asset class sulle principali piazze finanziarie internazionali, che continuano il percorso di recupero iniziato ad aprile e proseguito a maggio [indice GLOBALE, azionari MSCI World +3,2%; indice USA, azionari S&P500 +4,0%; indice EURO, azionari MSCI EURO +2,6%; indice ITA, azionari FTSE MIB +3,1%; indice EMERGENTI, azionari MSCI EMERGING +3,4%] e, si noti, l’Italia ed i Mercati emergenti in forte <<momentum>>. Tiene bene il mercato obbligazionario [indice ITALIA, obbligazionari GOVERNATIVI +0,2%; indice EURO, obbligazionari CORPORATE +0,1%; indice EURO, obbligazionari HIGH YIELD +0,2%], stabile la valuta EUR/USD e pure l’oro – mentre il petrolio in fase di ripresa [+5,6% perf. ultima settimana e -33,4% perf. da inizio 2020].


Passando adesso al focus del presente appuntamento, è sulla Brexit il cui accordo è stato firmato il 1° febbraio 2020 e, quindi, siamo ora in pieno momento transitorio che si concluderà il 31 dicembre di quest’anno. Ne parliamo oggi perché il 19 giugno c’è stato il Consiglio europeo e in codesta occasione il Presidente del Consiglio europeo appunto, Charles Michel, e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno riferito sullo stato dei negoziati con il Regno Unito. Questi hannocioè ribadito l’impegno dell’UE a raggiungere un accordo, ma non a tutti i costi, prendendo atto che la Britannia non ha intenzione di chiedere una proroga del periodo di transizione e che pertanto occorre intensificare i già nominati negoziati (per altro, i negoziati si dovranno concludere entro la fine di ottobre, per essere pronti il 31/12). Gli argomenti più “caldi” saranno gli accordi commerciali, ovvero l’accordo di libero scambio tra UE e UK, e l’accordo sulla Pesca. Altre questioni aperte quella sulla sicurezza interna, ossia circa il rispetto della Convenzione dei diritti dell’Uomo e la garanzia sulla tutela dei dati personali; inoltre quella sulla sicurezza esterna, vale a dire inerentemente la Politica estera e la Difesa. Se ne discuterà subito dopo l’estate in quanto si dovrà raggiungere un accordo proprio entro la fine del decimo mese solare.

Ripercorrendo a questo punto i principali indicatori della scorsa settimana, i più importanti riguardano gli Stati Uniti ed in particolare l’indice ISM manifatturiero, del 01/07, che ha segnato un rialzo significativo a giugno, superando la soglia dei 50 punti ed attestandosi a 52,6 (dai 43,1 di maggio). Tra le diverse componenti dell’indice, i nuovi ordini sono aumentati a 56,4, la produzione a 57,3 e gli ordini all’estero a 47,6 punti. La rilevazione ha inoltre mostrato come le imprese stiano sperimentando una domanda in ripresa, con gli impatti negativi sull’offerta che si stanno attenuando. L’aumento di nuovi contagi soprattutto in America potrebbe però generare ulteriori insidie sulla rilevazione del dato nei prossimi mesi.   

Oltre a ciò sono usciti altresì i verbali del FOMC, il 01/07, in altre parole i verbali della riunione del 9-10 giugno, che hanno mostrato come i membri del Fed siano disposti a mantenere una politica monetaria decisamente espansiva per molto tempo ancora. Seppure la condizione economica del Paese stia migliorando, il Comitato ha tenuto ad osservare che i rischi di un repentino peggioramento rimangono concreti. L’aumento di contagi all’interno della Nazione e la relativa difficoltà sugli scambi commerciali a livello globale, potrebbero pesare negativamente sull’outlook del breve-medio periodo. Per quanto riguarda il controllo della curva, le minute hanno mostrato come i membri risultino attualmente non allineati e abbiano posizioni contrastanti.

L’ultimo dato, del 02/07, che ha mosso di più il mercato, è quello degli occupati non agricoli sempre in USA. L’employment report di giugno ha sorpreso positivamente sia in termini di occupati che di livello di disoccupazione. A giugno sono stati infatti creati 4,8 milioni di nuovi posti di lavoro (contro i 2,9 milioni attesi e i 3,2 milioni di maggio), con il solo settore dei servizi che ha avuto un rimbalzo di 1,9 milioni di nuovi occupati. Contemporaneamente, il tasso di disoccupazione è migliorato, passando a 11,1% dal precedente 13,2%, battendo pure in tal caso le stime (12,3%).

In avvio di conclusione la settimana dal 6 al 10 luglio ha visto numerosi indicatori macro fondamentali da tenere sotto controllo, tipo quello delle vendite al dettaglio dell’Eurozona che sono rimbalzate a maggio, segnando un aumento del 17,8% m/m, superiore alle aspettative e in netto miglioramento dopo il crollo del -12,1% m/m di aprile. Le vendite di benzina nel comparto automobilistico incrementate del 38,4% m/m, quelle di beni non alimentari salite del 34,5% m/m mentre il volume su alimentari, bevande e tabacco ha segnato un rialzo del 2,2%. Su base annua il dato ha mostrato una contrazione del 5,1% a/a, comunque decisamente in miglioramento dal -19,6% a/a di aprile.

Ed è uscito persino l’ISM non manifatturiero in America, del 06/07, che a giugno ha meravigliato favorevolmente, segnando un rialzo a 57,1 punti dai 45,4 di maggio. Gli intervistati hanno confermato le preoccupazioni dell’aumento dei contagi e i disordini civili negli Stati Uniti, non di meno hanno segnalato come attendano un ulteriore miglioramento dell’economia nei prossimi mesi.

Per terminare torniamo in Europa, sulla produzione industriale tedesca che è rimbalzata a maggio, salendo del 7,8% m/m dopo il crollo del -17,5% di aprile. Su base annua, il dato è rimasto in contrazione rispetto al medesimo periodo del 2019 (-19,3% a/a), sebbene in miglioramento rispetto al -25,3% a/a di aprile. Ed infine il 10/07, la revisione del rating italiano di Fitch. La società di rating Fitch cioè a pronunciarsi sul rating del debito sovrano dell’Italia. Il 28 aprile l’agenzia decise di rivedere al ribasso il rating italiano a BBB-, con outlook stabile. Non si pronostica una ulteriore revisione al ribasso del detto. 

Giulia Quaranta Provenzano